Rossella e le altre
Rossella e le altre
Le “fimmine” e i “regoli”
mise en èspace
di e con:
Fiamma Negri e Giusi Salis
musiche originali: Stefano Bartoli
Rossella Casini, giovane fiorentina uccisa dalla ndrangheta nel 1981, vede la realtà con cui è entrata casualmente in contatto con i nostri occhi: dall’esterno, utilizzando una logica che non può funzionare in quei territori. La vede senza avere gli strumenti per decifrare segnali e regole. Senza capire chi è “il regista del film che sta vivendo”. E, soprattutto, pensa che sia sufficiente dare risposte “moderne” ad un mondo arretrato.
Ma ci sono altre “fimmine”: molte vorrebbero dire di no e non è facile, perché la paura è tanta, ci sono quelle che fanno finta di non vedere e quelle che vedono e non trovano le parole. Ad alcune riesce benissimo dire sì.
Noi raccontiamo la determinazione di chi la forza di dire no ce l’ha e, piano piano, sgretola le certezze e interrompe una catena che nella trasmissione dei valori e della cultura vede le donne protagoniste.
Lo spettacolo è rivolto ad un pubblico eterogeneo ed è adatto anche alla fruizione nelle scuole: per una migliore comprensione si consiglia una preventiva introduzione ai temi trattati.
GENESI
Il racconto su donne e organizzazioni mafiose per noi comincia dall’incontro con la storia di Rossella Casini che abbiamo raccontato in “Ultimo domicilio: sconosciuto” link alla pagina dedicata.
Rossella, alla fine degli anni ‘70 a Firenze, si innamora di Francesco, uno studente calabrese. Quando in Calabria viene ucciso il padre di Francesco, Rossella decide, come molte donne, di “salvare” l’amato. E’ che in quel contesto non si può salvare chi non vuole essere salvato. Se parli, muori. Non si fa. Nessuna donna può farlo, soprattutto se non ha gli strumenti per decifrare segnali e regole.
Studiando le carte, i processi, le testimonianze è stato inevitabile incontrare le storie di altre donne e la loro lotta per la libertà.
Era impossibile non raccontare la loro determinazione e lo scontro spesso fatale con altre donne, le custodi delle regole, che giorno dopo giorno tramandano la vendetta, perchè “sangu chiama sangu” e non esiste vita fuori dalla “famiglia”.